Da calciatore ha vissuto sia un periodo a Foggia, calcando i campi della massima categoria, che ad Andria, vivendo uno dei momenti storici del passato del club. Ex centrocampista offensivo, attualmente è l’allenatore del Potenza in Serie D. Ad analizzare il derby Fidelis Andria – Foggia, secondo consecutivo per i federiciani tra le mura amiche dopo quello contro il Lecce, nella puntata di questa settimana di “Occhi puntati su”, è Oberdan Biagioni. Una persona che tanti supporters ricordano affettuosamente.
Mister iniziamo analizzando subito la gara. Due formazioni con organici diversi e partite con obiettivi differenti. Il Foggia (4° in graduatoria) vuole vincere il campionato e ottenere la promozione, mentre la Fidelis Andria (8^ in classifica) migliorare il 7° posto dello scorso anno. Entrambe le squadre sono in piena corsa per gli obiettivi prefissati e non vorranno commettere errori. Che gara dobbiamo attenderci secondo lei?
“Credo che la trama del match possa essere questa: il Foggia cercherà di gestire prettamente il match, mentre la Fidelis Andria si affiderà alle ripartenze per provare a colpire gli avversari. I dauni possiedono molta qualità ed in più arrivano al match dopo due vittorie. I federiciani, dall’altra parte, sono reduci da un periodo florido caratterizzato da 11 risultati utili consecutivi. Credo che ci siano i presupposti per assistere ad una bella partita”.
Secondo lei quali sono i fattori che potrebbero incidere maggiormente?
“I derby sono sempre molto particolari. In questi match chi è favorito può anche perdere. È difficile fare pronostici. Non esiste mai una compagine più avvantaggiata rispetto alle altre in tali circostanze. A vincere sarà la formazione che dimostrerà di avere più cattiveria e probabilmente un pizzico di fortuna”.
Analizziamo più nel dettaglio il percorso svolto degli azzurri, al termine del girone d’andata. L’inizio non è stato dei migliori, poi però, come ha già sottolineato lei, sono arrivati 11 risultati utili di fila. Dove può arrivare la Fidelis Andria in questo campionato?
“È una squadra di categoria. Quest’anno la zona play-off è stata ampliata fino alla 10^ posizione. Penso che sia giusto cominciare a credere in questo obiettivo: qualificarsi per gli spareggi promozione. Per farlo bisognerà dar continuità al cammino intrapreso e migliorare sempre più. Andare oltre il 7° posto dello scorso anno sarebbe un traguardo eccezionale”.
Concentriamoci, ora, sul suo passato. Ha vissuto sia un periodo a Foggia, nella stagione 1992/1993 e dal 1994 al 1996, che ad Andria, dal novembre del 1996 al 1998. In terra federiciana ha anche guidato da tecnico, all’inizio della stagione 2009, la squadra. Quali sono i ricordi migliori dell’esperienza vissuta con gli azzurri?
“Lasciamo perdere la piccola parentesi da allenatore. Si è visto, poi, che fine ha fatto la squadra dopo qualche anno per colpa delle vicende societarie. Da calciatore sono arrivato in Serie C e, successivamente, abbiamo conquistato la promozione in Serie B. Sono state due stagioni fantastiche. Sono molto legato alla Città. Auguro alla compagine di tornare il prima possibile tra i cadetti. Andria la sento come casa mia”.
E a Foggia?
“Con i satanelli ho vissuto un periodo in Serie A. Credo che ci sia poco da dire: approdare nel principale campionato professionistico è il massimo per ogni calciatore”.
Concludiamo con una domanda sul suo ultimo incarico: dal 22 novembre 2016 sta guidando il Potenza in Serie D (girone H). Cosa l’ha spinta ad accettare l’incarico e come si sta trovando in terra lucana?
“Il nostro lavoro ci porta dove c’è un posto libero. Potenza è una realtà simile ad Andria. La squadra è molto seguita, normalmente. In questo momento, però, ci sono dei problemi da superare a livello societario. In precedenza c’è stata anche qualche grana che riguardava prettamente la parte tecnica e, in particolare, la composizione dell’organico, troppo corto. La rosa, però, è stata rimpolpata e da questo punto di vista tutto è risolto”.
Fonte – Tuttofidelis.it
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