Le mani del Foggia sulla serie B. Fares: «Ma è presto per esultare»

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Il presidente rossonero non giudica decisiva la sonante vittoria nel derby con il Lecce. «Ma lo stadio ricordava i tempi di Zeman, ai tifosi più giovani brillavano gli occhi».

Lucio Fares, presidente del Foggia, com’è stato il risveglio dopo lo sfavillante successo (3-0) nel derby con il Lecce?

«Dolcissimo. Si sta piuttosto bene, dopo una vittoria così. Ma dovremo cercare di stare ancora meglio il 7 maggio, quando il campionato sarà finito».

Quattro punti sui salentini a otto giornate dal termine e il vantaggio nello scontro diretto: se non già ipotecata, si può dire che la serie B sia ormai una strada in discesa?

«Battere il Lecce era fondamentale, intendiamoci. Ma nulla è deciso. Il difficile viene adesso. E non è una frase fatta. Occorre rimanere calmi, gestire con lucidità momenti e situazioni. La partita che ci attende domenica prossima a Catania è forse più complicata dello scontro diretto con i giallorossi. Proprio perché è un gioco, il calcio ha margini di sorpresa e imprevedibilità altissimi. Basta un passo falso e classifica e stati d’animo si rovesciano completamente».

Domenica scorsa, allo Zaccheria, oltre ventimila spettatori: è tornata Zemanlandia, almeno sugli spalti?

«Il bello di questa storia è che con noi scende in campo un’intera città. Sono contento soprattutto per le nuove generazioni, per i giovani foggiani che non hanno mai ammirato il Foggia di Zeman. A loro, noi un poco più anziani, abbiamo raccontato che 25 anni fa, o giù di lì, lo stadio si riempiva ogni domenica come contro il Lecce. In qualcuno di loro ho visto brillare gli occhi, sembrava che sognassero».

Il Foggia teme conseguenze per lo screzio, durante il pre-partita, tra Vacca e il leccese Cosenza?

«Non c’è niente da temere. Non mi pare nemmeno che sia accaduto qualcosa di cui rimanere sconcertati. C’è stato un vivace scambio di opinioni tra i due calciatori, nulla più. Per il resto, abbiamo ricevuto i complimenti anche dalla Lega per il clima di sana passione in cui si è disputata la partita».

Vero che la stagione rossonera è girata, paradossalmente, con la sconfitta di Taranto?

«Si è trattato di un bello schiaffone, non si discute. I ragazzi erano tramortiti dopo il kappaò dello Iacovone, scossi al punto da reagire con grande determinazione. Se ne sono accorti soprattutto Matera, Juve Stabia e naturalmente Lecce».

Facendo i debiti scongiuri, sia sincero: se il Foggia dovesse conquistare la promozione in B, vorrebbe giocare il derby con il Bari oppure preferirebbe vedere i biancorossi nella massima serie?

«Se la stessa domanda venisse rivolta a un tifoso, la risposta sarebbe scontata: giocare il derby con il Bari. Io che sono un tifoso ma anche uno sportivo, sostengo che al contrario sarei contento di un ritorno in A del Bari. Conosco il presidente Giancaspro, so quanti sacrifici sta sostenendo pur di riportare la squadra in una categoria all’altezza di una città importante qual è Bari».

A Foggia c’è ancora qualcuno che si sente orfano di De Zerbi?

«Non saprei. So che domenica, allo Zaccheria, erano tutti impazziti di gioia».

Fonte – Corrieredelmezzogiorno.it

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