Oltre ai quattro addetti della Gicos, costretti dal gip all’obbligo di dimora nel comune di residenza- Marcella Viglianisi, Marco Pecora, Caterina Zito e Simona Tedesco – altre 11 persone sono iscritte sul registro degli indagati. Per l’accusa avrebbero trasferito in Svizzera ingenti somme di denaro. Cosentino è accusato di appropriazione indebita e di reati tributari mentre la figlia e gli altri 2 arrestati, dipendenti della società di import-export dell’imprenditore, sono accusati di riciclaggio.
Le indagini, secondo quanto riferisce la Guardia di finanza, hanno portato alla luce un’associazione per delinquere, aggravata dalla transnazionalità, finalizzata alla commissione di reati di natura fiscale, riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori e appropriazione indebita di ingenti somme di denaro ai danni di una società del settore import/export. 5,6 milioni) in Italia su conti correnti intestati ad una società fiduciaria, per il tramite dello strumento dello scudo fiscale (cd. 3 milioni a valere su un conto corrente intestato al Cosentino Giuseppe, a sua volta utilizzato per acquisti da varie imprese a mezzo bonifici, nonché per erogazioni alla GICOS stessa e al Catanzaro Calcio 2011 Srl, classificate come anticipo socio.
Armando Ortoli (ex direttore sportivo del Catanzaro calcio), Andrea Russotto (ex giocatore del Catanzaro calcio), Walter Taccone (all’epoca dei fatti presidente dell’Avellino calcio) e Vincenzo De Vito (direttore sportivo dell’Avellino calcio) sono invece indagati in concorso con Giuseppe Cosentino per il reato di frode sportiva in relazione alla partita Catanzaro Avellino.
L’US Catanzaro, così come dichiarato dagli inquirenti, non è direttamente coinvolta nell’operazione “Money Gate”, che questa mattina ha portato agli arresti di Giuseppe Cosentino ed Ambra Cosentino, rispettivamente presidente e vicepresidente del sodalizio giallorosso.
Fonte – Ilponente.com