Nicastro illude, Murawski rinvia l’appuntamento con la vittoria: col Palermo è 1-1

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Finisce in parità la sfida allo ‘Zac’ contro i siciliani. Grande partita dei rossoneri nel primo tempo, chiuso con il gol di Nicastro. Nella ripresa i satanelli calano fisicamente e capitolano al 35′

“Vi vogliamo così”, è il messaggio che piove dalla Curva Sud ai calciatori nel post partita. Rispetto al “Meritiamo di più” di Avellino, è un evidente passo in avanti. Resta l’amarezza per una vittoria, che pur tra le mille sofferenze patite nella ripresa (anche a causa di una condizione non ancora ottimale) il Foggia stava per portare a casa, meritatamente, contro un Palermo poco entusiasmante. Trascinato più dalle giocate dei singoli che da un impianto di gioco collaudato. Meglio il Foggia, per qualità della manovra, e per la tanto attesa cattiveria agonistica, che ancora non si era vista. La risposta c’è stata: e può essere un punto di partenza per una svolta. Chissà che non parta già da Carpi, condizione atletica permettendo.

TURNOVER – Stroppa sorprende ancora, proponendo, rispetto ad Avellino, ben cinque novità. Scelte tecniche, forse dettate anche dall’esigenza di ruotare gli uomini in vista del turno infrasettimanale di martedì. In difesa ecco Loiacono all’esordio stagionale, con la ‘prima’ anche del duo Camporese-Martinelli, mentre a centrocampo Vacca trova in Agnelli e Fedele due compagni forse meno abili nel palleggio, ma senza dubbio più fisici e predisposti alla corsa. In avanti ecco l’altro esordio dal 1’, quello di Nicastro, che con Fedele va a fiancheggiare bomber Mazzeo. Tedino, invece, è meno propenso alle novità, e conferma l’undici già annunciato nei giorni scorsi, con Coronado e Trajkovski in appoggio a Nestorovski.

SANGUE AGLI OCCHI – Non serviva un neuropsichiatra per comprendere che quello di Avellino non fosse il vero Foggia. Ciononostante ci si aspettava una squadra più arrembante del solito. Cattiva più del lecito, entro i limiti della legalità calcistica, si intende. La risposta della squadra arriva, ed è estremamente soddisfacente. La si legge nella disperata voglia di rivalsa che trasuda da ogni passo di Capitan Agnelli, vero trascinatore nella prima frazione di gioco. Ma anche dall’attenzione ai dettagli, come nel caso di Vacca, che pur tentato ogni tanto dal rischiare la giocata a effetto, predilige la semplicità, con un occhio costante a Coronado. Il trattamento speciale che Stroppa riserva allo spauracchio del Palermo è una delle chiavi della partita. Perché la luce del dieci siciliano si accende di rado, e il gioco tutt’altro che rodato della squadra di Tedino, accusa un evidente gap in termini di fluidità. Ciò che sembra alquanto evidente sta proprio nei movimenti delle due squadre. Il Foggia, undici che si muove d’insieme, come omini di un calcio balilla, a fronte di un Palermo che sembra composto da pedine sistemate alla rinfusa su una scacchiera. Il Foggia è cattivo, ma anche bello. Bello quando sulla sinistra Fedato e Rubin combinano di prima e a turno mettono in mezzo palloni quasi mai innocui; bellissimo quando Nicastro stringe centralmente per accompagnare le giocate di Mazzeo, come in occasione del quasi gol del bomber rossonero, al termine di uno splendido dai e vai chiuso con una volée mancina finita sul fondo, o quando da posizione defilata fa tremare Posavec e la sua traversa; meraviglioso, quando Fedato agevola la fuga di Rubin, il cui cross al centro trova una sporca deviazione e poi la trasformazione di Nicastro. È il 42’, lo Zaccheria esplode, un minuto dopo aver tremato sulla zampata di Nestorovski, ispirato dal primo lampo di Coronado.

SECONDO TEMPO – La sceneggiatura della ripresa è gioco forza diversa da quella del primo tempo, ma nel contempo ne è una diretta conseguenza. Perché, come logica impone, il Palermo deve accantonare la timidezza per scongiurare il primo ko stagionale. Contestualmente il Foggia deve un po’ allentare, visto l’estremo dispendio di energie del primo tempo, giocato a ritmi altissimi. Lo si vede da come arranca Nicastro, il primo a lasciare il campo dopo nemmeno 10’. Chiricò non ha forse i suoi tempi di inserimento, ma sarebbe un’ottima risorsa da utilizzare nelle ripartenze. Peccato che il Foggia, col passare dei minuti, fatichi ad alzare il baricentro, per frammentare la pressione dei palermitani, accentuata dagli innesti di Embalo prima e di Murawski poi. Stroppa risponde con Agazzi per un acclamatissimo Agnelli. Peccato che l’ex atalantino non sia altrettanto gagliardo nel contrastare proprio Embalo al 35’, che porta alla rete proprio di Murawski, con un bel destro dal limite. La reazione del Foggia è più di cuore che di gambe. Poco per ritrovare il vantaggio. Finisce 1-1. Per la prima vittoria del Foggia bisogna ancora aspettare.

FOGGIA (4-3-3) Guarna Loiacono (38’st Gerbo), Camporese, Martinelli, Rubin; Agnelli (22’st Agazzi), Vacca, Fedele; Nicastro (9’st Chiricò), Mazzeo, Fedato. A disposizione: Pelizzoli, Figliomeni, Beretta, Deli, Coletti, Calderini, Floriano, Celli, Ramè. All. Stroppa

PALERMO (4-3-2-1) Posavec; Cionek, Struna, Bellusci; Rispoli, Gnahorè (44’st Chochev), Jajalo (31’st Murawski), Aleesami; Coronado, Trajkovski (20’st Embalo); Nestorovski. A disposizione: Maniero, Pomini, Accardi, Morganella, La Gumina, Fiordilino, Szyminski, Dawidowicz . All. Tedino

Arbitro: Chiffi di Padova

Marcatori: 42’pt Nicastro (F), 35’st Murawski (P)

Ammoniti: Cionek (P), Jajalo (P), Loiacono (F)

Fonte – Foggiatoday.it

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giovanni
6 Anni fa

Grandissima prova contro un Palermo superiore e con grandi nomi in campo ….non sono queste le partite da vincere anzi il pareggio va benissimo vista la caratura dell avversario …per quanto riguarda la condizione fisica è normale un calo dopo 45 muniti fatti a 3mila ci mancherebbe anche tedino in conferenza ha dichiarato che se il Foggia giocasse sui ritmi visti nel primo tempo per tutti i 90 minuti vincerebbe tutte le partite 3 a 0 e come dargli torto …