Il calcio è più semplice della teoria di Einstein e più difficile che fare due più due: non è scienza, ma nemmeno matematica. Quanto sarebbe tutto più facile se ci fosse una formuletta da applicare ai casi, ma quanto tutto sarebbe terribilmente noioso se non fosse una questione di opinioni, discrezione e filosofia da incrociare con dati e statistiche.
Andiamo al nocciolo: Alfredo Donnarumma ha ripreso ad allenarsi regolarmente e dopo due turni di stop forzato il suo recupero è all’orizzonte. Che salvo ulteriori problematiche sarà l’orizzonte di Foggia. E sarà bello rivedere di nuovo il cannoniere principe del Brescia e sempre al comando dei marcatori di B, là dove gli compete: sul campo.
Anche se in sua assenza le veci dell’attacco sono state ampiamente fatte da Leonardo Morosini – doppietta a Cittadella – ed Ernesto Torregrossa col gol partita firmato contro il Cosenza. I conti tornano, ma… la coppia no. In tutto questo c’è un fatto: l’unico vero inamovibile dell’attacco delle rondinelle, è proprio AD9.
Se c’è e sta bene, un posto là davanti non può che essere suo: impossibile, potendone disporre, rinunciare al suo istinto killer che dentro l’area si sprigiona come quello di pochi. Fin qui, tutti d’accordo. Ed eccoci al punto: ora con chi dovrà far coppia Donnarumma? Con Torregrossa, sua spalla designata per caratteristiche fisico-tecniche considerate complementari, con Leonardo Morosini che Eugenio Corini vede soltanto come seconda punta e che quindi, a Donnarumma presente, non può che essere considerato l’alternativa di Torregrossa?
La domanda ronza in testa da un bel po’, ma è adesso che comincia a diventare davvero stuzzicante. Adesso che Morosini in condizione è man mano cresciuto (pur non essendo ancora al 100% come ha testimoniato la chiusura con crampi contro il Cosenza) e ora che ha messo insieme 4 gol attestandosi come vice cannoniere di squadra.
A livello numerico – 11 reti in due – di certo Donnarumma e «Moro» sono la coppia di fatto del Brescia però è altrettanto vero che fin qui, con i due più Torregrossa tutti a disposizione, Corini ha sempre utilizzato Leo come «arma tattica», come il dodicesimo uomo che chiamato in causa dalla panchina può fare la differenza spaccando la partita grazie a freschezza, estro, velocità. Come è andata.
Anche se poi è vero che tre dei quattro gol all’attivo, Morosini li ha segnati quando è partito titolare: le due reti firmate a Cittadella appunto e quella segnata contro lo Spezia quando Suazo, che ancora non poteva contare su Torregrossa, lo schierò al fianco di Donnarumma unica volta insieme dal 1’ in un attacco tutto fantasia con Tremolada alle loro spalle. Da subentrato, il numero 23 ha timbrato (sempre con Suazo in panchina) nella gara contro il Pescara: ingresso al 28’ della ripresa, gol al 37’.
Le tante panche di partenza del «Moro» sono state perlopiù spiegate con un percorso fisico da completare dopo il lungo stop della passata stagione. Ora, come si diceva, da questo punto di vista passi avanti ne sono stati fatti. Per Corini, che può contare su un Torregrossa «on fire» dopo il gol che sabato lo ha sbloccato ma nelle ultime due settimane non troppo in condizione, è davvero un bel dilemma. Dolce e allo stesso tempo intrigante, ma un dilemma. D’altronde, il calcio è dubbio costante e decisione rapida (ma quante ne sapeva Osvaldo Soriano?).
Fonte – Giornaledibrescia.it