LA RIFORMA. PRONTA LA RIVOLUZIONE DALLA B ALLA D

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MERCOLEDÌ IL CONSIGLIO FEDERALE AFFRONTERÀ IL TEMA DELLA RISTRUTTURAZIONE DEI CAMPIONATI, VA AVANTI L’IDEA DI CAIATA CON 2 GIRONI DI B ED UNA NUOVA C DILETTANTISTICA DA 60 SQUADRE. IL SAVOIA CI SARÀ, SU ANCHE PALERMO, BITONTO, FOGGIA, TURRIS, LUCCHESE E MANTOVA. NORME AD HOC PER TUTELARE CALCIATORI E SOCIETÀ

Il Consiglio Federale del 20 maggio ha tutta l’intenzione di creare le basi per la prossima stagione. Bocciata la proposta Ghirelli, sul tavolo ci sarà quella del presidente del Potenza Caiata che potrebbe costituire il punto di partenza per la riforma dei campionati di B, C, e D.

LA RIFORMA – In pratica si passerebbe ad una serie B divisa in due gironi (Centro/Nord e Centro/Sud) ognuno di 20 squadre, composto dalle attuali compagini della cadetteria (al netto delle promozioni e retrocessioni con la A) più venti provenienti dai 3 gironi dell’attuale serie C. Successivamente sarà costituita una serie C dilettantistica o D D’Elite, come la si vorrà chiamare, composta da 3 gironi di 20 squadre ciascuna. La sua composizione sarà determinata dalle 40 squadre di C non salite in B, e da 20 di D, ovvero le prime dei nove gironi (Lucchese, Pro Sesto, Campodarsego, Mantova, Grosseto, Matelica, Turris, Bitonto e Palermo) più altre 11, tra le quali il Savoia è in pole position. Ci sarà spazio anche per le altre seconde: Foggia, Ostia Mare, Prato, Legnano, Legnago, Fiorenzuola, Campobasso, Monterosi, cui si aggiungeranno altre tre compagini scelte da una graduatoria ben definita, ciò al netto di eventuali rinunce di qualche seconda.

NORME TRANSITORIE – Probabilmente la definizione della riforma sarà messa ai voti in un successivo Consiglio Federale  nel quale, per tagliare i tempi e la burocrazia, il Governo potrebbe attribuire una Golden Share (un mandato ampio) al presidente della F.I.G.C. Gravina (nella foto con Sibilia (D) e Tommasi (A.I.C.)) per definire le norme transitorie e il nuovo N.O.I.F. Contestualmente l’Esecutivo dovrebbe emettere un decreto ad hoc con il quale saranno evitati eventuali ricorsi alla giustizia sportiva da parte di singoli club o calciatori, evento temuto dal presidente della D Cosimo Sibilia come dichiarato di recente. Rimarrebbero i ricorsi al T.A.R. ed al Consiglio di Stato in appello ma considerando il costo elevatissimo di tali procedure quasi tutte le società sarebbero scoraggiate ad impugnare le decisioni assunte da Gravina.

B E CALCIATORI DECISIVI – La riforma per passare dovrà essere votata dai 2/3 dei componenti il Consiglio Federale. La Lega di D che vanta il 34% di peso è pronta a dire si, decisivi quindi risulterebbero la B e l’Assocalciatori. Balata (B) non si è mai espresso negativamente sulla proposta di riforma e questo fa pendere il suo si alla proposta anche perchè con 40 squadre la cadetteria diverrebbe la seconda Lega d’Italia per numero di tesserati dopo la D e aumenterebbe il proprio peso ‘politico’. I calciatori invece diranno si dopo aver ricevuto garanzie sulla quota contributi che sarà assegnata ai propri iscritti con le norme transitorie che andranno a prevedere la trasformazione di molti contratti da professionistici a dilettantistici, ciò anche in termini fiscali e di contributi previdenziali. Di seguito la A, gli allenatori e gli arbitri si accoderanno con la C di Ghirelli che resterà definitivamente tagliata da tutti i giochi.

PUNTI DI SCONTRO – Non sarà certo semplice il percorso che porterà alla riforma. Problemi di costi e contributi incideranno su società e calciatori. Detto della soluzione che sarà trovata per gli atleti con i passaggi da contratti dilettantistici a professionistici, restano i punti riguardanti le società. I contributi del fondo Melandri seguiranno i 20 club che dalla C passeranno in B. E le altre? Chi approderà alla nuova C dilettantistica risparmierà in termini di fondo perduto e fidejussione collegata ai ripescaggi. Questi due ingenti costi spariranno, resterà solo la fidejussione per l’iscrizione che sarà notevolmente inferiore a quella attuale per le società di C. Ci sarà però da tener presente che non ci sarà più il contributo per i minutaggi dei giovani di cui attualmente godono i club di terza serie. Al loro posto, anche grazie ai fondi promessi dal Ministro Spadafora, dovrebbero giungere nuovi contributi ed incentivi per le 60 società della nuova serie che andranno a coprire i mancati introiti dei minutaggi. Tutto ciò tenendo presente che il costo della nuova C sarà molto inferiore a quello dell’attuale Lega Pro pur restando ad una sola serie dalla B. Insomma trovare un punto di accordo che possa consentire a società e calciatori di rimanere soddisfatti è la base sulla quale Gravina dovrà lavorare con gli esperti di cui si affiancherà per la preparazione delle nuove norme. Una riforma epocale destinata a salvare il calcio italiano.

solosavoia.it

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ValenciaFG
ValenciaFG
3 Anni fa

Tra le vere e pochissime cose serie che si sono fatte (proposte) nel calcio italiano. Tolta la serie A il business qui lo fanno solo calciatori e procuratori, ogni anno assistiamo a fallimenti di gradi società e grandi bacini (quest’anno Catania)… una serie C dilettantistica permetterebbe mantenere a galla moltissime società e far crescere i giovani e concentrare maggiori introiti nel B! Poi per salire in B non bisognerà svenarsi rimettendoci 5-6M€ a fondo perduto… potranno salire 2 per girone.