Pirazzini 80, una vita per il Foggia

pirazzini
Reading Time: 2 minutes

Probabilmente poteva capitare solo a Foggia, una città particolarmente amata dai “forestieri”. Solo a Foggia poteva capitare che un giovanotto romagnolo di spavalda gioventù, 23 anni, una pertica di uno e ottantasei, con ciuffo biondo, calciatore alle prime armi, arrivasse con l’etichetta del difensore e diventasse nel giro di qualche anno non soltanto il capitano-simbolo, il 4 per definizione, ma una bandiera e una icona calcistica di questa città spesso “martoriata” dalle partenze verso altri lidi. Gianni Pirazzini, 424 presenze con la maglia rossonera del Foggia stampata come seconda pelle, oggi compie 80 anni nella città che lo ha prima scoperto, poi adottato e di recente gli ha pure consegnato la cittadinanza onoraria. Accanto a sé ritroverà di sicuro, oltre che l’affetto dei tifosi di almeno tre generazioni, anche le sagome di molti suoi sodali delle diverse epoche calcistiche, da quella epica di Maestrelli – il suo maestro di vita – a quella di Toneatto e Puricelli, ma soprattutto quella della sua numerosa famiglia. Già perché Pirazzini a Foggia non ha soltanto messo profonde radici ma ha costruito anche gli affetti più cari: ha sposato una foggiana, foggiane sono le figlie e foggiani i nipoti che hanno costituito attorno alla sua stazza, una formidabile tribù. Dal giugno del 1967, epoca del suo primo trasferimento da Ravenna a Foggia, la storia personale di Pirazzini si è confusa con quella della città a tal punto da riuscire anche a diventarne consigliere comunale (all’epoca eletto nelle liste della Democrazia Cristiana) prima di passare poi all’incarico da dirigente perché nel frattempo i colori del Foggia calcio erano diventati i suoi colori e la sua attività. Da libero d’antan fecero scalpore le sue proiezioni offensive con una sequenza di gol realizzati di testa o in acrobazia che lo portarono alle soglie della Nazionale. Fulvio Bernardini lo convocò per uno stage a Coverciano. Più volte fu sul punto di essere trasferito in qualche club di maggiore appeal, la Samp di quei tempi ma alla fine il vincolo con Foggia, la città, la famiglia e l’affetto della tifoseria lo spinsero a rispedire al mittente ogni trattativa. Avrei molta voglia di abbracciarlo in ricordo dei successi e delle amare sconfitte vissuti insieme, delle tante interviste mai banali concesse e dei rapporti fraterni conservati anche quando gli acciacchi si fecero sentire e lo incrociavo in tribuna allo Zaccheria che è stato lo stadio della nostra comune passione. Credo che leggendo queste note Gianni sentirà la stretta e magari vedrà scorrere qualche lacrimuccia. Auguroni, caro mio intramontabile capitano. (Franco Ordine)

Fonte – Corrieredellosport.it

Subscribe
Notifica di

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

0 Commenti
vecchi
nuovi più votati
Inline Feedbacks
View all comments