Ghirelli: «Il calcio è inclusione, fratellanza». Nasce per questo l’Integration League

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Il calcio come veicolo di inclusione e integrazione. Con questo obiettivo è stata presentata ieri a Roma, nella sede della Figc, l’Integration League, progetto della Lega Pro con il supporto di Unhcr e Project School. Un torneo misto tra rifugiati e comunità locali come modello di inclusione sociale perché l’intento è «inaugurare un nuovo modello di integrazione che utilizzi il calcio come veicolo che contribuisca a dare un senso di normalità soprattutto a chi vive condizioni difficili» dice il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, provando poi a spiegare il format. Il progetto infatti ha già visto aderire 8 club di Serie C (Ancona, Fidelis Andria, Cesena, Feralpisalo’, Virtus Francavilla, Monopoli, Potenza, Reggiana) e prevede la formazione di altrettante squadre che saranno composte da 8 cittadini italiani e 8 rifugiati, richiedenti asilo, titolari di protezione sussidiaria e temporanea, residenti o domiciliati nelle città dei club aderenti. Le squadre si alleneranno per 5 mesi nelle strutture messe a disposizione dalle società e competeranno poi tra loro in un torneo di 15 partite, con la finale in un importante stadio italiano. «Un progetto – conclude il presidente della Figc Gravina – che completa il nostro progetto ‘Rete’ che ormai da 8 anni portiamo avanti. L’Integration League è un’iniziativa in linea con quella capacità del mondo del calcio di saper esser veicolo di inclusione. Spesso si discute del fuorigioco, dell’arbitro, di un rigore dato o no, ma il calcio per noi è uno schema che esce da quest’automatismo».

Fonte – Tuttosport.it

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