Terzo k.o. di fila in trasferta per i rossoneri, che non perdevano in casa dei peloritani da 30 anni. Iemmello risponde a Ionut, poi Arcidiacono nel finale realizza il 2-2 dopo il gol di Martinelli. Un minuto dopo, Fornito trova il gol vittoria.
Addio sogni di gloria. Il Foggia che in trasferta rimediava agli errori casalinghi non esiste più. Terzo k.o. consecutivo lontano dallo Zaccheria, ed è di quelli pesanti, perché coincide con le vittorie di Benevento e Lecce, a questo punto le più accreditate a lottare per il primo posto. La squadra di De Zerbi perde anche a Messina, squadra praticamente salva, senza più grosse ambizioni. Quelle che avrebbero dovuto trascinare i rossoneri a una prova di orgoglio, dopo la rimontona di Coppa Italia. Invece i satanelli offrono l’ennesima prova incolore, fatta di momenti di buio (tanti), a fronte dei pochi lampi palesatisi peraltro sempre quando bisognava rincorrere. La prova incolore di Sarno, svogliato, egoista, mai in partita, è la fotografia perfetta del momento foggiano. Da oggi non sono più Benevento e Lecce le avversarie principali, ma Casertana e Cosenza. E intanto il Matera di Padalino è a -3.
PRIMO TEMPO – Non è più il tempo delle sperimentazioni. Serve far punti, e per perseguire questo obiettivo bisogna affidarsi agli uomini migliori. Sarà stato questo il pensiero di De Zerbi, guardando la formazione schierata in campo, dove l’unica novità reale – il rientrante Quinto – è semplicemente dettata dalla squalifica di Vacca. La grande prestazione di Coppa, fa avanzare Chiricò nelle gerarchie, e infatti l’attaccante leccese parte dall’inizio insieme a Sarno e Iemmello. La posizione però sorprende, perché il centrale in fase di avvio lo fa Sarno, con Iemmello a sinistra e Chiricò a destra. Scelta che non paga, perché in un campo che non incentiva il gioco palla a terra, e dove la fisicità incide, il Foggia fa fatica inizialmente a far gioco. A destra Chiricò fatica a trovare la giusta posizione, anche perché Angelo ci mette un po’ a carburare. Dall’altra parte Iemmello non la vede praticamente mai. Non è un caso se il primo vero pallone giocabile, complice anche un errore pacchiano di Martinelli, il bomber rossonero lo spedisca alle spalle di Berardi. È il gol del pareggio, al 25’. Perché dieci minuti prima era stato Ionut con una bordata stile Angelo con la Lupa Castelli, a battere un incolpevole Micale. Non è un brutto Foggia. Di certo si fa preferire alle due versioni inguardabili di Lecce e Andria. La squadra, come di consueto, prova a fare la partita, guidata da un Quinto propositivo e piuttosto in palla, ma a tratti impreciso in impostazione. Il Messina, che di munizioni a disposizione ne ha senz’altro in minor quantità, si affida all’estro di Gustavo e Tavares, in appoggio a Scardina. Quando i giallorossi riescono a trovare metri a sufficienza per affondare, il Foggia rischia, specie nella prima parte della prima frazione. Cambiano le cose quando i rossoneri accorciano le distanze, e i due terzini cominciano a dar linfa all’azione offensiva, in particolare il solito Angelo.
SECONDO TEMPO – Ancora una volta il Foggia decide di farsi del male da solo. L’approccio alla gara nel secondo tempo è quanto meno rivedibile. Per una decina di minuti la squadra di De Zerbi lascia l’iniziativa al Messina, e si ridesta solo dopo il gol di Martinelli. Impressionante il modo in cui il difensore peloritano riesce a saltare indisturbato sul corner di Gustavo. Il pisolino si interrompe quando la frittata è già pronta. De Zerbi si gioca subito il quarto attaccante, inserendo Arcidiacono per Quinto. Da quel momento, sarà solo Foggia, ma la squadra fa fatica a trovare un varco dove affondare. Laddove ci riesce, è Berardi a salire in cattedra con due grandi interventi su Iemmello e Arcidiacono. Due occasioni in mezz’ora, tuttavia sono pochine. Normale, se l’80% dei tocchi si concentri sulla trequarti, e sempre in orizzontale. Se poi Sarno offre la peggior versione di sé, quella indolente e improduttiva, allora fare gol diventa una vera e propria impresa. Il fantasista partenopeo si vedrà solo al 40’, quando il suo sinistro sfiora il palo. Il gol alla fine arriva, lo segna Arcidiacono quando è già scoccato il secondo minuto di recupero. Una rete che si costruisce ancora sull’asse Angelo-Iemmello, i migliori dei rossoneri. La gioia dura un minuto, il tempo di concedere al Messina la ripartenza giusta. Fornito beffa Micale grazie anche alla determinante deviazione di Angelo. Il resto lo fa Berardi, che dice no ancora una volta a Iemmello. Vince il Messina. Per il Foggia, se l’aritmetica ancora dà delle chance in chiave primo posto, non è più tempo di fare voli pindarici.
MESSINA (4-3-2-1) Berardi; Ionut (39’st Mileto), De Vito, Martinelli, Zanini; Giorgione, Fornito, Baccolo; Gustavo (33’st Barillaro), Tavares; Scardina. A disposizione: Addario, Burzigotti, Genny Russo, Giuseppe Russo, Biondo, Masocco, Lia. All. R. Di Napoli
FOGGIA (4-3-3) Micale; Angelo, Loiacono, Gigliotti, Di Chiara; Agnelli, Quinto (10’st Arcidiacono), Gerbo; Chiricò (27’st Floriano), Sarno, Iemmello. A disposizione: De Gennaro, Agostinone, Riverola, Coletti, Sainz Maza, Lauriola. All. De Zerbi
Arbitro: Morreale di Roma 1
Marcatori: 15’pt Ionut (M), 25’pt Iemmello (F), 9’st Martinelli (M), 47’st Arcidiacono (F), 48’st Fornito (F)
Ammoniti: Fornito (M), Gerbo (F)
Fonte – Foggiatoday.it