Giustizia sportiva da follia. Collegi giudicanti contro….

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La giustizia sportiva. Un optional dalla lentezza esasperante. Dai giudizi inusitati. Inaspettati. Improvvisati.  Spesso imprevedibili. Arrivano, di sovente, fuori tempo massimo. Sentenze alle volte ininfluenti ed altre stravolgenti. Quasi sempre quando i giochi sono ormai fatti. Sia in positivo che in negativo.

Norme regolamentari insufficienti ed inadeguate. Che si prestano a mille, disparate, interpretazioni. Tutte diverse. Con i vari Collegi giudicanti che si smentiscono l’un l’altro. Con una facilità che ha dell’impressionante.

Due giorni orsono la Corte di Appello Federale ha smentito il giudice di primo grado. Appunto. Riassegnando al Lanciano tre dei cinque punti che gli erano stati sottratti per inadempienze amministrative. Inaudito. A due sole giornate dal termine del campionato di serie B.

Gli abruzzesi tornano in lizza per la salvezza. Piombano nello sconforto la Salernitana e le altre coinvolte nella zona retrocessione che si vedono raggiunte. Si ipotizza una decisione sul filo di lana. Non escludendo il ricorso alla classifica avulsa. Nella quale la Salernitana soccomberebbe nei confronti del Modena, del Lanciano. Avrebbe ragione solo del Latina.

L’ennesima conferma. Ove ce ne fosse stato ancora bisogno. Di un regolamento estremamente lacunoso. Di una vacuità assoluta. Norme che vanno riscritte nella loro totalità. Nell’immediato.

Venerdì 13 il Collegio di Garanzia del Coni discuterà i ricorsi di Benevento e Savona. In colpevole ritardo.  I sanniti sono già saldamente e meritatamente in serie B. Non hanno bisogno che venga loro restituito quel punto inopinatamente sottrattogli. Per una “leggerezza” procedurale dell’allora direttore generale, della Lega Pro, Renato Cipollini. I liguri sono ormai retrocessi, irrimediabilmente, tra i dilettanti. Anche vedendo riconosciuta la loro ragione. Mai potrebbero trarre nessun vantaggio dall’esito positivo del loro appello. Anche se venissero loro restituiti i punti maltolti.

Ingiustizia sarà fatta. Qualunque sarà la decisione assunta dall’assise giudicante.

Sentenze che magari faranno anche dottrina. Potranno essere utili, agli avvocati di parti interessate, in future controversie. Non deve essere così, in ogni caso, che funziona.

Prima ancora delle riforme sui campionati. Tanto sbandierate dai vertici federali. Sarebbe opportuno rivedere i regolamenti che attengono alla giustizia sportiva. Le procedure, i termini. Per il deposito degli atti e la pubblicazione delle motivazioni. Per abbreviare le procedure. Senza che debba passare un anno, in alcuni casi di più, per arrivare all’ultimo grado di giudizio.

Per molti versi sconvolgente il caso che vede coinvolta la Leonfortese. Squadra siciliana che partecipa al girone I della serie D. Penalizzata con un zero tre, a tavolino, risalente alla prima giornata di campionato.

E’ trascorsa una intera stagione sportiva. La Leonfortese ha chiuso il campionato al quindicesimo posto. Relegata nei play out. Il ricorso avverso a quel provvedimento, che la dava sconfitta, sarà discusso, dinanzi al Collegio di Garanzia, il prossimo 24 maggio. La disputa degli spareggi salvezza è stata posticipata dal 22 al 29 maggio.

Proprio per attendere l’esito del reclamo.

Ove il Coni desse ragione ai siciliani la classifica sarebbe di nuovo stravolta a danno dell’Agropoli. Che dopo aver festeggiato la salvezza domenica scorsa. Si vedrebbe costretta a dover scendere in campo nuovamente. Il 29 maggio, contro lo Scordia, per giocarsi la permanenza in categoria.

Gli organi della giustizia sportiva sono capaci di cose, di fantozziana memoria, ritenute impossibili ai comuni mortali.

Volevo parlarvi brevemente anche del Verona.

Di quel  “paracadute” che turba la regolarità del campionato. Un appannaggio milionario stabilito da regole assurde. Scritte da una mano…infelice. Evidentemente all’oscuro delle mille sfaccettature che si intrecciano all’interno del sistema calcio.

La classifica della serie A. A una giornata dal termine della stagione regolare. Vede il Palermo ed il Carpi giocarsi la salvezza. Distanziate di un solo punto. Gli emiliani sono impegnati a Udine. Per credere nella permanenza nella massima categoria dovrebbero vincere contro i bianconeri friulani e sperare che a Palermo il Verona, già retrocesso in serie B, porti via quantomeno un pareggio.

La lotta per evitare l’ultima retrocessione in serie B si è tinta di giallo. Colpa di polemiche, sospetti e paradossi. Generati da un regolamento cervellotico. Un macroscopico “bug” nei parametri del paracadute, incentiva il Verona a perdere la partita. Meglio ancora: glielo impone.

Confermando la classifica attuale. Con la retrocessione di Carpi, Frosinone e Verona, gli scaligeri incasserebbero 25 milioni previsti dalla tranche iniziale. Più 15 milioni restanti, sui sessanta complessivi, in caso di mancata promozione nella stagione successiva.

Nel sistema elaborato dalla Lega di Serie A si è creato un vero “difetto di programmazione”. La mano che ha generato il software non ha previsto una evenienza terminale. Chi si salva e chi retrocede può anche essere deciso  soltanto all’ultima giornata. Viene premiato, in bella sostanza, il risultato peggiore. Sembra un assurdo, ma è vero. Il Verona scenderà certamente in campo per onor di firma. Non avrà nessun interesse a giocarsi la partita per far retrocedere i rosanero.  Rischiando di gettare alle ortiche un “tesoretto” di ben quindici milioni di euro.

Più illecito di quello non c’è. Legalizzato e protetto dal paradosso dei regolamenti.

Inconcepibile quanto si sta verificando. La regolarità dei campionati messa a repentaglio dalla dimostrata incapacità di alcuni addetti. Anche rappresentanti del “palazzo”. Dilettanti prestati al calcio.

Il sintomo evidente che è proprio tutto da rifare! Lo impone la realtà.

Fonte – Tuttolegapro.com

 

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