Alla scoperta del Pisa di Gattuso. Pochi gol fatti, ma difesa di ferro

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La squadra di Gattuso ha costruito il suo percorso tra le mura amiche, dove ha vinto 15 volte su 19 gare subendo solo 11 reti tra campionato e playoff. Un solo giocatore in doppia cifra, ma segnano tutti. Ma in società le cose non vanno altrettanto bene.

La finale tra Pisa e Foggia è verosimilmente il meglio che i playoff di Lega Pro potessero offrire. Certo, anche il Lecce aveva il pedigree della grande squadra per tradizione e qualità dell’organico, ma non è sbagliato asserire che quella toscana e quella pugliese siano le migliori formazioni tra le otto partecipanti agli spareggi promozione. Non a caso, si tratta di due squadre arrivate al secondo posto nei rispettivi gironi.

62 punti in 34 giornate (Sul campo sarebbero 63, ma la squadra ha ricevuto un punto di penalizzazione per la ritardata presentazione della fideiussione, ndr), frutto di 17 vittorie, 12 pareggi e 5 sconfitte, il bilancio della squadra di Gattuso, che ha mostrato un ottimo rendimento difensivo (26 reti subite) a fronte di un attacco non fenomenale (42 reti realizzate).

Una squadra “casalinga”, avendo conseguito 41 punti in casa (miglior rendimento del girone); meno nobile il rendimento lontano dall’Arena Garibaldi, dove i nerazzurri hanno ottenuto solo 22 punti con sole 4 vittorie, 10 pareggi e 3 sconfitte (settimo rendimento del girone). Un’intesa, quella con il proprio pubblico, che si è mantenuta intatta anche nei playoff, dopo le vittorie con Maceratese nel quarto di finale a gara secca, e Pordenone, regolato nella semifinale di andata con un secco 3-0, cui ha fatto seguito l’ininfluente 0-0 in Friuli.

LA SQUADRA – A differenza della macchina da gol costruita da De Zerbi, quella di Gattuso sembra più una cooperativa, dove non ci sono bomber da doppia cifra, ma tutti sono in grado di andare a rete. L’attaccante più prolifico è Lores Varela, esterno offensivo uruguagio con passaporto spagnolo, con un passato nel Bari e nel Varese. Dieci gol all’attivo, 3 dei quali nei playoff (la tripletta con il Pordenone, ndr). Seguono a ruota Verna con 6 marcature, Montella, Çani e Mannini con 5 (di cui uno nei playoff), Peralta (a segno nei quarti di finale con la Maceratese), Eusepi (giunto a gennaio dalla Salernitana) con 3, Crescenzi (anche lui in gol nel primo turno dei playoff), Ricci e Lupoli (trasferitosi al Catania) con 2, Starita (trasferitosi alla Pro Vercelli a gennaio), Golubovic, Rozzio, Polverini, Makris e Tabanelli con un gol.

Come il suo collega e avversario, Gattuso adotta il 4-3-3 seppur con interpreti dalle caratteristiche un po’ diverse. In avanti al centro dell’attacco c’è Edgar Çani, attaccante albanese di grande forza fisica, non un goleador, ma molto bravo a favorire gli inserimenti degli esterni, che saranno Lores e Daniele Mannini, pisano di nascita, tornato nella sua città, dopo le esperienze in serie A con Napoli, Samp e Siena, e la parentesi di Lecce nello scorso campionato. Due gli ex, il portiere Giacomo Bindi, arrivato a gennaio dal Pisa, che difese la porta del Foggia nel 2009/10 per 17 volte, e Andrea Lisuzzo, difensore classe ’81, a Foggia nelle stagioni 2007/08 e 2008/09 (43 presenze in campionato).

LA SOCIETÀ – Nonostante i risultati grandiosi sul campo, a livello societario la situazione è tutt’altro che idilliaca, a causa dei turbolenti rapporti tra Fabrizio Lucchesi e Fabio Petroni, comproprietari della società. Un idillio mai nato a causa di divergenze di vedute, e anche di alcuni problemi economici. Dopo aver garantito l’arrivo di nuovi soci, mai verificatosi, Lucchesi ha accettato l’ingresso di Petroni, formalizzato dalla copertura da parte della sua società (la Carrara Holding) del debito di 3 milioni di euro.

Ma tra i due il “colpo di fulmine” non è mai scoppiato. La frattura si è poi ulteriormente allargata dopo la presentazione del progetto “Football College” da parte di Petroni, al quale anche il tecnico Gattuso si è dichiarato estraneo. La situazione ha finito per incrinare anche i rapporti con lo stesso allenatore, la cui permanenza è quasi del tutto da escludere. Solo un’eventuale promozione potrebbe sviluppare nuovi scenari, e magari favorire l’ingresso di nuovi soci, senza i quali la prossima estate potrebbe rivelarsi decisamente complicata. 

Fonte – Foggiatoday.it

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