Nuovi pretendenti per il futuro del Foggia, nomi top secret. Landella stanco delle schermaglie Pintus-Felleca

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Non convince il presunto interesse, sarebbe l’ennesimo, del gaudente finanziere foggiano. All’orizzonte un altro gruppo più solido potrebbe mettere le mani sul club dei satanelli.

Siamo alle solite. Sarà che quest’anno ci si sono messi di mezzo anche il lock-down e l’interruzione dei campionati minori, ma si ripropone, come succede da troppo tempo con preoccupante periodicità, l’incertezza sul futuro della squadra di calcio di punta di Foggia.
Il Calcio Foggia 1920 è in mezzo al guado di un contrasto tra gli azionisti che non trova una soluzione, tra le dichiarazioni della socia Maria Assunta Pintus di voler rilevare le quote di Roberto Felleca e Davide Pelusi e i proclami dei due di non voler abbandonare il sodalizio per, anzi, sposare un nuovo, per ora fantomatico, programma di rinascita.

Il progetto esiste? Felleca dice di sì e lo fa risalire alla holding di Raffaello Follieri, il gaudente finanziere foggiano che ogni tanto ricompare tra i nomi dei pretendenti della squadra rossonera, ma con i risultati deludenti che abbiamo visto nel tempo. Si è parlato di un investimento di 15 milioni di euro in tre anni, ma è davvero tutto oro, quel che riluce? C’è una volontà seria di puntare su Foggia e “sul” Foggia? Dietro queste dichiarazioni legate all’aspetto economico, c’è un progetto concreto e affidabile sotto il punto di vista societario e, ancor di più, tecnico? Maria Assunta Pintus fa notare che alla sua richiesta, rivolta a Felleca, di vedere le carte relative non è stata data risposta.

Lo scontro tra la Pintus e Felleca, ciascuno titolare della metà della quota del Foggia detenuta dal Corporate Investments Group (l’80% delle azioni, contro il 20% di Pelusi) tiene col fiato sospeso i tifosi che non sanno neppure se ci sarà un nuovo purgatorio nelle serie inferiori o si avvererà il sogno di una riforma dei campionati, con una C allargata, alla quale il Foggia potrebbe partecipare quasi di diritto, per capacità logistiche, grandi tradizioni e, perché no, per una tifoseria di qualità che pur con le mattane immancabili legate alla passione pallonara, è stata sempre elogiata da più parti.

Intanto, a fronte della nuova comparsata, per ora teorica, del Follieri, ci sarebbe una concreta proposta avanzata ai tre azionisti attuali da un gruppo armato di serie intenzioni, che punta sulla rinomata piazza foggiana forte sia di precedenti esperienze calcistiche che per programmi di radicamento imprenditoriale sul territorio. I fondi ci sono, le buone intenzioni pure, le capacità e le esperienze anche, per non parlare di un valido progetto tecnico e societario studiato con il rispetto dei grandi trascorsi calcistici rossoneri e con il coinvolgimento di protagonisti capaci e preparati.

Il fatto che i nuovi “pretendenti” non abbiano urlato ai quattro venti le operazioni di avvicinamento potrebbe essere garanzia di una sobrietà e di una voglia di produrre atti concreti per giungere al risultato. Il gruppo avrebbe anche superato il vaglio delle istituzioni politiche cittadine, ansiose di ottenere certezze per il futuro della società ma pure dell’approdo di imprenditori seri che potrebbero assicurare altri vantaggi al territorio. Ora anche il sindaco Landella, che favorì l’insediamento della proprietà attuale, potrebbe prendere parte al processo in atto, per identificare intenzioni e solidità dei progetti e sposare la causa più vantaggiosa per la città e la sua squadra del cuore: si schiererà in tempi brevi? È auspicabile, viste le scadenze strette e la preziosa posta in gioco. A Telefoggia, il primo cittadino è stato chiaro: “Nessuno pensi di fare cassetta con il blasone del Foggia e con il titolo sportivo che – sia chiaro – appartiene alla città”. E sulle schermaglie Pintus-Felleca ha concluso: “Se continua così, il titolo sportivo verrebbe ritirato dal Comune”.

La “patata bollente” è, ora, principalmente nelle mani degli azionisti attuali: sapranno valutare correttamente il vantaggio maggiore per la società, per la città e per la tifoseria? Opereranno per il bene del Calcio Foggia 1920 – e del calcio a Foggia – o guarderanno ai propri interessi economici? Hanno davvero la seria intenzione di riportare la squadra rossonera agli antichi fasti? Interrogativi da sciogliere in fretta, in primo luogo perché si avvicina l’importante scadenza dell’8 giugno, quando il Consiglio Federale valuterà le proposte del Consiglio Direttivo della Lega Nazionale Dilettanti che ha deciso di “congelare” al giorno dell’interruzione le classifiche della serie D e di prevedere la promozione in C delle nove capolista più altre squadre da ripescare tra le seconde della D, Foggia compreso. In seconda battuta, perché i ritardi non consentono di avviare le attività necessarie a programmare efficacemente la nuova stagione, sul piano organizzativo quanto tecnico. Le tanto ostentate volontà di fare il bene del Foggia, dei suoi tifosi e della città devono trovare immediato e concreto riscontro. Ed anche le dichiarazioni pubbliche, che dovrebbero puntare più all’esposizione di ambiziosi obiettivi di crescita più che alle accuse reciproche tra azionisti, potrebbero essere decisive per influenzare le scelte federali: in quest’ottica, gioverebbe alla “piazza” un maggior senso di responsabilità dei protagonisti.
Chi tiene davvero al Foggia, ora, conta sulla serietà e la coerenza dell’attuale proprietà, che si riveleranno nell’arco di poco tempo: questione di giorni, se non di ore.

Fonte – Immediato.net

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