Quando le parole e le scelte pesano

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A volte bisognerebbe pensare prima di parlare, anche quando si è costretti a farlo. All’AIA, d’altronde, lo sanno fare benissimo: tutti dicono che vogliono portare gli arbitri a parlare, eppure non lo fanno (quasi) mai, e quando lo fanno pretendono domande “comode” (come si fa a non chiedere ad Orsato di Pjanic in Inter-Juve?). Eppure il designatore di serie C, Maurizio Ciampi, quello che ha designato Kevin Bonacina pur sapendo che «è nato a Lecco, ma quello che conta è la sezione di appartenenza», che ha mandato un ragazzo di 29 anni, al secondo anno di C, a fare una partita che per mille e un motivo non avrebbe dovuto fare, ha ricordato – scrive l’ANSA alla quale si è rivolto – «che non possono essere indicati per una partita direttori di gara la cui sezione di appartenenza sia nella provincia di una delle due squadre, o che in questa risiedano, vi lavorino o abbiano interessi economici legati alla loro attività professionale». Posto che non c’è alcuna norma che lo vieta esplicitamente, così facendo Ciampi ha – per difendere una scelta indifendibile, gira voce che anche ai piani alti della Lega Pro non facciano salti di gioia – dato dei “fuorilegge”a Nicola Rizzoli, che nominò Rocchi per Empoli-Spal (aprile 2019), laddove Empoli è in provincia di Firenze, la sezione dell’attuale designatore, e Pasqua (di Tivoli, città Metropolitana di Roma) per Bologna-Lazio (maggio 2019). Fuorilegge sarebbe lo stesso Rocchi, che ha mandato Marinelli di Tivoli (città metropolitana di Roma) a fare Roma e Lazio. Le parole, come le designazioni, andrebbero pesate…(Edmondo Pinna)

Fonte – Corrieredellosport.it

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