Foggia, Zeman fischiato. È gelo con Delio Rossi

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A Pescara la resa dei conti, ma la partita dell’andata allo Zaccheria lascia strascichi polemici. Assoluto protagonista il boemo: fischiato (inaspettatamente) a inizio di partita, eccessivamente spigoloso al novantesimo persino con i giornalisti in sala stampa («a Foggia ce ne sono pochi… », e così quei pochi hanno preso cappello e se ne sono andati). Le scorie di un anno fa con il presidente Canonico evidentemente non sono state superate. Nel mirino del tecnico di Praga è finito anche l’ex allievo Delio Rossi («non ci siamo nemmeno salutati, un gesto che in genere l’allenatore di casa fa per primo») e quella presunta rivalità tra i due montata forse ad arte per scaldare l’attesa. Da chi? Il boemo non ha fornito indizi sul presunto avvelenatore di pozzi: forse voleva che le sue frasi a mezz’aria finissero per coinvolgere Canonico, ma siccome il dubbio è rimasto intatto ecco spiegato l’attacco assolutamente gratuito ai cronisti. Insomma Foggia-Pescara è proseguito a parole dopo il 2-2 sul campo. I tifosi non l’hanno presa bene («proveremo noi a mandarlo in pensione… », la replica più garbata). Ancora silenzio invece da parte di Delio Rossi (in silenzio stampa dal 18 maggio), mentre il presidente del Foggia ha rivolto il consueto messaggio post-partita alla squadra: «Vietato mollare, vogliamo arrivare in corsa fino al 18 giugno». Per la sfida del ritorno, giovedì 8 giugno, i rossoneri però dovranno fare a meno di Kontek e Di Noia, entrambi squalificati per doppia
ammonizione e nella desertificazione della panchina corta attuale saranno due vuoti importanti.

RIPRESA. La squadra si è rimessa ieri mattina subito al lavoro, l’obiettivo è recuperare Frigerio fermo nella gara d’andata per un affaticamento muscolare e Beretta, l’eroe di Crotone, alle prese con un piccolo stiramento e tenuto precauzionalmente a riposo. Timori anche per Petermann, autore del primo gol ai biancazzurri, sostituito a inizio di ripresa forse anche per preservarne le condizioni fisiche a causa dello stress accumulato in queste partite. Il Foggia non ha cambi in tutti i reparti e con la spada di Damocle delle squalifiche e degli infortuni ogni ostacolo superato è un gigantesco traguardo: i rossoneri dovranno fare ancora gli straordinari pure nel return match all’Adriatico. Le motivazioni della truppa tuttavia restano alte, la squadra di Rossi non molla facilmente la presa e i due pali di Schenetti e Ogunseye nel 1º tempo corroborano le convinzioni di un gruppo che, pur rimaneggiato, sa di potersela giocare con tutti.(Walter Carbone)

Fonte – Corrieredellosport.it

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