Stangata Foggia. Zac senza tifosi

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Non soltanto il 23 dicembre: dopo i fatti di Caserta anche domenica lo stadio rimarrà vuoto sugli spalti. La svolta (eventuale) dovrà esserci senza tifosi al seguito: pure contro il Potenza lo stadio rimarrà chiuso.

Il Foggia dovrà farcela da solo a risollevarsi, non avrà nemmeno i tifosi dalla sua parte. Tutto il pubblico, non soltanto i supporters resisi responsabili dei disordini con la Casertana. Dopo la squalifica dello Zaccheria per la gara del 23 dicembre (Foggia-Monterosi), ieri sono scattate altre due inibizioni per la partita di domenica contro il Potenza e per il derby con l’Audace Cerignola allo stadio Monterisi (lunedì 18), che non avrà al seguito alcun tifoso rossonero. Insomma, la Foggia sportiva può dire arrivederci al calcio al prossimo anno, mentre Cudini si giocherà quella che verosimilmente sarà l’ultima chance in uno stadio vuoto.

SI CERCANO RISPOSTE. Contro il Potenza la società chiede risposte immediate per evitare di cadere nel buco nero di una crisi inestricabile. Le voci sulle intenzioni del club si susseguono, l’intenzione sarebbe quel la di andare avanti con il tecnico marchigiano almeno fino alla sosta di campionato, ma va superato l’ostacolo Potenza per gestire la piazza. Sarà pure silenzio stampa, ma voci di questo genere continuano a rincorrersi mentre la squadra si allena agli ordini del tecnico ritratto in foto lunedì sera in panchina in posa meditabonda. L’obiettivo è riprendere a far punti, adesso conta meno il modo in cui il Foggia lo farà. Bisogna invertire la rotta prima che la spirale della bassa classifica risucchi i rossoneri e renda poi più difficile la risalita. A Cudini viene offerta l’opportunità di conquistare i punti per rimettersi in corsa, potrebbero essere decisivi per scacciare le paure e i tormenti delle ultime partite. Ma è proprio questo il punto: quanto è maturo questo Foggia per me tabolizzare anche una vittoria? Con il Messina era successo, un 2-0 abbastanza netto che sembrava avesse tirato il gruppo dalle sabbie mobili di una crisi occultata dai pareggi (quello interno contro il Sorrento, il secondo più rilevante con la Juve Stabia). Sembrava che il periodo cupo fosse alle spalle, o che quantomeno i rossoneri avessero cominciato a pianificare un percorso di campionato meno accidentato. E invece è arrivata la sconfitta interna con il Latina, un risultato che ha tagliato le gambe e in sinuato nuove paure nel gruppo. Il ko di Caserta s’insinua il quel solco, anche se gran parte del demerito va addebitato proprio all’allenatore per aver schierato nel primo tempo una formazione senza capo né coda, facendo il gioco della Casertana.

UNA CRISI ESISTENZIALE. Il Foggia è dunque nel pieno di una crisi esistenziale da cui è chiamato a tirarsi fuori prima che sia troppo tardi. Ma lasciano perplessi alcuni atteggiamenti dei giocatori in campo, i “senatori” Schenetti e Peralta relegati in panchina nel primo tempo e poi schierati nella ripresa già sul 2-0 per provare a salvare il salvabile. Un ravvedimento su tutta la linea, quasi un’ammissione di colpa di Cudini che non sembra in questo modo aver stabilito con il gruppo e con i giocatori più rappresentativi, quell’intesa necessaria in determinate situazioni complicate che aiuti a superare gli ostacoli che in una stagione tendono a presentarsi davanti. (Walter Carbone)

Fonte – Corrieredellosport.it

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