Pisa, l’Arena non è a norma per la serie B

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Indispensabile una serie di lavori: le prime gare stagionali dovranno essere giocate in un altro campo (forse Empoli). Un’altra volta l’impianto di illuminazione dell’Arena Garibaldi sulla strada della serie B. A fine estate 2014 impedì il ripescaggio, anche per un “giallo” legato alle certificazioni consegnate in regola o meno, oggi però la lezione dovrebbe essere stata imparata. Sta di fatto che lo stadio cittadino non è a norma per la serie superiore, proprio a cominciare dalle luci. E questo lo ha già stabilito la Lega di serie B, che nei giorni scorsi ha effettuato un sopralluogo nell’impianto di Porta a Lucca. Così, nella complessa sequenza di scadenze, questa non sarà la più difficile da risolvere, ma è comunque la prima.

La Lega ha chiesto all’Ac Pisa di rispettare una serie di prescrizioni, ovvero di eseguire vari interventi per mettere a norma lo stadio per la categoria superiore conquistata ai playoff. Una decisione il Pisa la dovrà prendere entro questo lunedì 20. Di fronte all’evidenza di non poter risolvere tutte le situazioni in pochi giorni, il regolamento prevede che la società indichi una sede alternativa. Cioè uno stadio in regola per la serie B dove giocare le partite ufficiali della prossima stagione. Questo non significa certo che il Pisa, una volta sistemate le questioni societarie, dovrà giocare tutto il campionato in campo neutro. Ma comunque tutte le gare, sicuramente quelle interne di Coppa Italia, fino a quando l’Arena non sarà a norma sotto tutti i punti di vista.

Dunque, entro lunedì il Pisa dovrà comunicare il suo “nuovo” stadio: Empoli la soluzione più probabile, Siena un’altra ipotesi, mentre Firenze è un’idea che non può trovare concreta attuazione.

Il tecnico incaricato dalla Lega di serie B è stato all’Arena l’1 giugno scorso, ben prima che arrivasse il verdetto promozione. Ha esaminato l’impianto e poi lunedì scorso ha comunicato all’Ac Pisa e al Comune le prescrizioni. L’elenco è abbastanza lungo. Ci sono una serie di adempimenti che riguardano documentazioni e che dunque possono essere risolte più facilmente. Poi c’è tutta la parte relativa all’impianto di illuminazione principale che deve garantire i valori minimi richiesti dal Sistema Licenze Nazionali, con tutte le certificazioni di collaudo/funzionalità. A proposito di atti, serve anche un nuovo certificato statico delle tribune. Non meno importante il deposito dei verbali di formazione del personale addetto alle emergenze. Infine, diversi adempimenti riguardano la realizzazione di strutture per i media.

Entro lunedì tutto questo deve essere risolto con la scelta della sede alternativa, accettata formalmente dalle autorità locali. Sanzioni salatissime e persino, ma proprio ultima mossa, la mancata ammissione al campionato se non saranno rispettate le scadenze.

Il secondo tempo di questa vicenda sarà poi la realizzazione dei lavori richiesti dalla Lega di serie B per mettere a norma l’Arena. Prima vengono svolti, prima finiscono e prima i nerazzurri potranno tornare a giocarci. Lo stadio è di proprietà comunale, ma per effetto della convenzione sull’utilizzo stipulata tra l’amministrazione di Palazzo Gambacorti e l’Ac Pisa, i costi da sostenere spettano tutti alla società nerazzurra. A quanto ammontano? Stime indicano non meno di 150mila euro.

Questi casi non sono infrequenti. All’inizio della scorsa stagione la società del Como era stata costretta a lasciare il suo “Sinigaglia”, scegliendo di emigrare
a Novara dopo aver ottenuto l’ok, tra gli altri, della Prefettura e del Comune piemontese. Il Como è tornato a giocare nel suo stadio solo ad ottobre.

Fonte – Iltirreno.it

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