Foggia, un finale con tre soluzioni

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Per gli spareggi promozione potrebbe bastare pure l’undicesimo posto. E Cudini studia l’asse presente-futuro. La griglia playoff è più lontana, ma potrebbe anche bastare l’11° posto. E Cudini si gioca la riconferma.

Partita doppia, anzi tripla. Il Foggia, a Teramo contro il Monterosi, si gioca l’ultima chance playoff , sapendo di avere lo 0,001% di probabilità di riuscirvi. La formazione di Cudini dovrebbe infatti superare i laziali e sperare in un passo falso del Cerignola (50 punti) che al “Monterisi” affronta il Giugliano (53) settimo con un solo punto di vantaggio sul Crotone (52). Il controsorpasso dei rossoneri sarebbe possibile a quota 51. Fin qui il calcolo più scontato.

LA VARIANTE. Poi c’è la variante undicesimo posto da tenere d’occhio: quel posto spetta al Catania dopo aver vinto la Coppa di categoria. Ma se gli etnei (42 punti) perdessero al “Massimino” contro il Benevento, verrebbero risucchiati nei playout in caso di vittoria della Turris (41), sul campo del Brindisi perdendo così il diritto di giocarsi i playoff. Dunque le ragioni per crederci ancora in casa Foggia non sarebbero più così risicate. Girano anche calcoli e combinazioni ad oggi fantasiose, che vedrebbero il Foggia nei playoff anche in caso di sconfitta col Monterosi. Quella del Foggia è una partita doppia anche per chiudere con orgoglio una stagione controversa, segnata dai gravi infortuni (Marzupio, Carillo, Santaniello, Millico) e dalla banale programmazione iniziale: sarebbe un segnale di serietà e di abnegazione che tifosi e società comprenderebbero. E poi una chiusura in bellezza seminerebbe indizi utili anche per la prossima stagione, forse già partita dopo il triplice fischio di Foggia-Cerignola. Prima di addentrarci nel solito tormentone “Canonico resta o se ne va” (non sembra averne alcuna intenzione), sarebbe infatti il caso di analizzare cosa non è andato quest’anno partendo dagli episodi che hanno compromesso il cammino di Cudini. E una prestazione finale di spessore, giocata sui ritmi di un campionato che ha visto il Foggia finire sull’orlo della zona retrocessione, potrebbe fornire spunti di valutazione significativi. Il gruppo contro il Cerignola è apparso scarico e demotivato. Forse indizi sufficienti a far comprendere come i ko di Latina e con la Casertana allo Zaccheria non fossero stati incidenti di percorso.

RITROVARSI. La sensazione è che il Foggia abbia staccato la spina il 17 marzo, prestigioso successo in rimonta contro la Juve Stabia che permise alla formazione di Cudini di agguantare il decimo posto col Sorrento a quota 42. Poi è arrivato il colpo di Messina (0-3), dopo ripetuti svarioni della di fesa e le grandi parate dell’estremo difensore Perina. E’ quello forse il momento di svolta, lo switch-off che ha seminato la convinzione come il più fosse stato fatto.

KRAPIKAS COME ROSSI. L’accendino scagliato in curva Nord dal portiere Krapikas è costata una giornata di squalifica al tesserato del Cerignola. L’episodio ricorda un episodio analogo,  stagione 1993-94: quella volta il portiere del Milan, Sebastiano Rossi, lanciò al mittente un fumogeno partito dalla curva Sud. Krapikas pagherà con una giornata di squalifica, il Foggia invece con altri 2500 euro di multa. (Walter Carbone)

Fonte – Corrieredellosport.it

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